Il Centro di riabilitazione a ciclo ambulatoriale di recupero e riabilitazione funzionale per l’età evolutiva dedicato ai disturbi della comunicazione ha sede a Barile, in Via Monte Leonese 95/19 (Primo piano), 51100 Pistoia PT.
Telefono: 0573 991123 – fax: 0573 910077
E-mail: disturbi.comunicazione@fondazionemaic.it
Referente del servizio: Dott.ssa Alessandra Melani
Tel. 0573/991137 (a.melani@fondazionemaic.it).
Medici e specialisti
Operatori
Le attività svolte presso il centro hanno luogo nei seguenti locali:
La sede dispone di attrezzature adeguate ai bisogni dell’utenza e alle diverse tipologie di attività:
Inoltre presso il centro è disponibile un kit per le emergenze comprensivo di defibrillatore semiautomatico.
Il servizio si rivolge a soggetti di età compresa tra i 3 e i 12 anni con un quadro clinico caratterizzato da una compromissione dell’interazione sociale, della comunicazione e presenza di modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati (in accordo ai criteri diagnostici del DSM-IV per la diagnosi di autismo).
L’accesso alle prestazioni di riabilitazione della Fondazione MAiC Onlus in convenzione, avviene dopo una prima visita effettuata dallo specialista dell’Azienda USL, attivato con richiesta del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta, redatta su ricettario regionale, ed esclusivamente previa autorizzazione dello specialista dell’Azienda USL – Toscana Centro. Ottenuta l’autorizzazione il cittadino può rivolgersi alla segreteria del centro per prenotare la visita di ammissione ai servizi della Fondazione MAiC Onlus.
Per informazioni l’utente può rivolgersi agli uffici competenti dell’Asl di riferimento territoriale o alla segreteria del centro (tel. 0573/991122-23).
L’accesso alle prestazioni in regime privato avviene tramite prenotazione presso la Segreteria medica del centro.
Il tempo di attesa per l’accesso ai servizi in convenzione è di norma di una settimana dalla comunicazione della autorizzazione da parte dell’Azienda USL – Toscana Centro.
Per i servizi riabilitativi svolti in convenzione con l’Azienda USL – Toscana Centro, il servizio sanitario regionale corrisponde alla Fondazione una tariffa stabilita dalla normativa regionale per ciascuna prestazione resa. L’utente deve corrispondere, ove dovuto, la quota ricetta e il ticket sanitario alla Fondazione, che provvederà a trasferire le somme percepite all’Azienda USL – Toscana centro.
Per le prestazioni in regime privato, è disponibile un tariffario presso la segreteria.
Per ciascun inserimento viene compilata una Cartella clinica riabilitativa che contiene le seguenti schede:
È possibile richiedere copia della cartella clinica riabilitativa compilando uno specifico modulo indirizzato al Direttore Sanitario e disponibile presso la segreteria. La copia viene consegnata entro una settimana dalla richiesta.
Vengono dimessi i pazienti che hanno raggiunto un risultato ragionevolmente coerente con l’obiettivo riabilitativo identificato al momento dell’ammissione e, comunque, coloro che hanno raggiunto una buona stabilizzazione tale da permettere il migliore reinserimento familiare, sociale e scolastico. Le dimissioni avvengono previo colloquio con la famiglia dell’utente e possono essere:
La relazione di dimissione richiesta dall’assistito è indirizzata al pediatra di libera scelta o al medico di medicina generale ed è allegata in copia alla cartella clinica riabilitativa
L'intervento riabilitativo si articola in una serie di accessi quotidiani e programmati, di durata variabile, in rapporto alla tipologia del paziente.
Tali attività – effettuate con prestazioni ambulatoriali individuali ed in piccolo gruppo, domiciliari, extramurali - si propongono di attuare, perfezionare e raggiungere gli obiettivi delineati dall'équipe multidisciplinare in relazione all’età del bambino, ai sintomi, al profilo funzionale.
L’erogazione delle prestazioni avviene nell’ottica di raggiungere, nel settore dei disturbi della comunicazione, la massima integrazione di diversi strumenti educativi, abilitativi e di cura. Si tratta, pertanto, di un trattamento personalizzato, associato a interventi integrati a livello della famiglia e della scuola, tramite la presenza di un’équipe professionale multidisciplinare.
Il percorso assistenziale viene quinti diversificato sulla base dell’età del bambino e della gravità dei sintomi e del profilo funzionale. È infatti da tempo universalmente condivisa la necessità di differenziare i programmi di trattamento sulla base dei bisogni che sono caratteristici e peculiari per ogni fase di sviluppo, all’interno di una cornice comune che è quella dello sviluppo socio-emotivo, che vede il soggetto con disturbo autistico come portatore di affetti, aspirazioni, bisogni emotivi, che devono trovare un’adeguata attenzione nei trattamenti applicati.
In accordo anche alle conoscenze e alle ricerche fino ad oggi disponibili in ambito dei disturbi dello spettro autistico, si ritiene importante che il trattamento richieda necessariamente l’attivazione di una rete di interventi integrati e coordinati tra di loro che uniscono le competenze di più professionisti (neuropsichiatria, psicologo, riabilitatori, educatori). Alla base di questi interventi è centrale il lavoro con i genitori per attivare, sia nei contesti terapeutici sia in quello familiare, una relazione basata sulla reciprocità, sull’intenzionalità e su azioni condivise.
Alcuni elementi fondamentali nello sviluppo di un individuo, quali la sperimentazione di scambi intersoggettivi, sia di tipo primario che secondario, che spesso sono alterati nella relazione tra il bambino autistico e gli adulti di riferimento, devono essere attivati durante il trattamento per permettere il recupero delle competenze comunicative e sociali che sono acquisite nel corso degli scambi interattivi. Attraverso interventi strutturati che possono variare a seconda dell’età e delle competenze del soggetto si giunge alla creazione di percorsi individualizzati che integrino le diverse tecniche “scientificamente fondate” e che prevedono una continua verifica della loro efficacia e un monitoraggio dei risultati raggiunti.
L’intervento riabilitativo risulta essere differenziato a seconda dell’età dei soggetti.
Si individuano due fasce di età:
La presa in carico abilitativa-riabilitativa prevede una fase iniziale diagnostica e di valutazione del profilo funzionale (tramite somministrazione del test ADOS, scala PEP, valutazione cognitiva, valutazione logopedica ecc..), che evidenzi sia i punti di forza che le aree più deficitarie, al fine di instaurare un intervento globale, concordato con la famiglia, in cui si prevedono obiettivi a breve e medio-termine, monitorabili e verificabili periodicamente. Al tal fine, sarà utilizzata la scheda di valutazione del programma educativo per l’intervento precoce in bambini con autismo secondo l’Early Start Denver Model (Sally J. Rogers, 2010), eventualmente riadattata, in base agli obiettivi che si ritiene importante raggiungere, per i bambini più grandi.
In tale fascia di età si prevede un trattamento riabilitativo globale effettuato nell’ambito di un lavoro individuale con il terapista. Si prevedono, inoltre, per i bambini di 4-5 anni, anche momenti in cui i terapisti lavorano in comune con i bambini a costituire un piccolo gruppo. L’importanza di favorire un rapporto individuale con il terapista si basa sul presupposto che l’autismo, fin dai primi mesi di vita, è descrivibile come disturbo dell’intersoggettività primaria e secondaria (Trevarthen, 2001; Muratori, 2007). Tale disturbo intersoggettivo è espresso innanzitutto dalla riduzione dell’attenzione verso il volto umano e dalla povertà di interazioni faccia a faccia (contatto oculare, imitazione) per un deficit specifico qualitativo e quantitativo nel prestare attenzione agli stimoli sociali.
Senza un’attenzione focale al volto e verso le azioni compiute dall’altro anche l’imitazione risulta essere deficitaria: pertanto, in assenza di una adeguata capacità imitativa, non possono svilupparsi la ripetizione dell’azione cui segue poi un’altra azione, leggermente modificata, dell’adulto che permette di creare un circolo virtuoso che pone le basi per lo sviluppo dei comportamenti di anticipazione dello scopo dell’azione dell’altro. I bambini piccoli con autismo si mostrano al contrario significativamente più attratti dagli oggetti che dalle persone, se confrontati con bambini con sviluppo tipico. Questa eccessiva attenzione per gli oggetti non permette al bambino di ampliare la conoscenza degli oggetti attraverso le azioni di compartecipazione affettiva che conducono all’elaborazione di giochi condivisi. Infatti i bambini con sviluppo atipico presentano deficit anche nell’attenzione condivisa oltre deficit qualitativi nella comunicazione funzionale.
Il privilegiare in questa fascia di età un rapporto individuale con il terapista permette di favorire la ricostruzione di circuiti e di connessioni che permettono lo sviluppo delle competenze intersoggettive. Un programma d’intervento effettuato in un contesto relazionale ricco di interazioni dialogiche ed emotivamente marcate, studiato per fornire adeguati input sociali e intersoggettivi al bambino, risulta essere positivo nel permettere una maturazione delle competenze sociali. Oltre a favorire scambi di intersoggettività, il trattamento riabilitativo sarà rivolto a favorire le spinte comunicative del bambino, assecondando inizialmente i suoi interessi e richieste al fine di favorire uno scambio comunicativo e relazionale; in tal modo si creerà un contesto positivo di apprendimento che permetterà di sviluppare e favorire la maturazione di competenze sociali e comunicative. Altro elemento importante da considerare all’interno degli scambi bambino-operatore sarà rivolto a favorire l’emergere e il consolidare la capacità di attenzione condivisa, l’alternanza dei turni e la capacità imitativa.
Tutto ciò rappresenta il prerequisito allo sviluppo della capacità da parte del bambino di leggere e comprendere, in ordine crescente: primo, le emozioni; secondo, i desideri; terzo, le credenze. Una tale comprensione si pone, a sua volta, quale premessa per leggere e comprendere le intenzioni e motivazioni dei comportamenti dell’altro: ovvero il processo di cognizione sociale. Lavorare con i bambini sulla comprensione dei simboli e pertanto sulla capacità di padroneggiare i codici sociali (sguardo, mimica, postura, gesti suoni e parole) gli permettono di entrare in uno scambio comunicativo con l’altro.
I bambini con autismo presentano un deficit di comunicazione sia sul versante ricettivo che espressivo. Pertanto si prevede una valutazione delle abilità comunicative ricettive ed espressive e delle singole funzioni linguistiche al fine di delineare un profilo individuale a partire dal quale si può elaborare un piano di intervento specifico di tipo logopedico. Nel trattamento riabilitativo si prevede inoltre un lavoro sul potenziamento cognitivo e sui pre-requisiti scolastici.
La famiglia, come accennato sopra, si configura come uno spazio privilegiato per il conseguimento degli obiettivi considerati critici in questa particolare fascia di età.
La famiglia si pone, in una prima fase, come destinatario dell’intervento (lavorare sul disorientamento dei genitori che si verifica al momento della diagnosi), e in una seconda fase come protagonista attivo nella realizzazione del progetto terapeutico.
Per quanto riguarda la prima fase si prevedono incontri periodici con i genitori (con neuropsichiatra infantile, psicologo) al fine di permettere la gestione delle dinamiche emozionali complesse che investono in questa fase l’intero sistema famiglia.
Relativamente alla seconda fase si prevedono incontri con i genitori per concordare insieme il progetto riabilitativo e sedute periodiche in cui i genitori partecipano alle sedute di terapia essendo così loro stessi protagonisti con il bambino, con la mediazione dei terapisti. I dati di letteratura, infatti, sottolineano come la presa in carico del bambino insieme al sistema famiglia risulti uno degli obiettivi cardine, su cui muovere il trattamento riabilitativo, al fine di creare situazioni in cui il genitore possa sperimentare le modalità più idonee per promuovere e potenziare gli scambi comunicativi, e possa pertanto vivere un senso di adeguatezza relativamente alle sue capacità genitoriali.
Sulla base dell’approccio ecologico, si ritiene inoltre che possa essere utile trasferire il trattamento riabilitativo anche in ambito domestico, per cui si prevedono visite e interventi domiciliari da parte del terapista che segue il bambino, secondo un calendario variabile in accordo alle esigenze del caso. Nel contesto domiciliare il terapista potrà riportare i suggerimenti e gli accorgimenti messi in atto durante la terapia al centro, e adattarli in base al contesto e alle esigenze familiari.
Riteniamo importante che nel trattamento globale del bambino siano coinvolti anche gli operatori scolastici sia al fine di individuare obiettivi comuni su cui lavorare sia al fine di ottenere un confronto e una condivisione sulle capacità e sulle caratteristiche del bambino in ambiti diversi. L’ambiente scolastico permette di trasferire, in un contesto di incontro e confronto con i coetanei, il lavoro programmato per l’attenzione congiunta, la capacità di usare simboli, la comunicazione e la modulazione degli stati affettivi. Affinché tale spazio possa avere una valenza terapeutica riteniamo importante che ci sia un coinvolgimento degli insegnati nel progetto tramite incontri periodici con gli operatori del servizio.
In questa fascia d’età, si va caratterizzando in maniera più definita il profilo di ciascun bambino in termini di aspetti temperamentali, grado di compromissione relazionale, livello comunicativo, competenze cognitive, eventuale presenza di problemi di comorbidità.
In questa fascia di età il carattere del progetto oltre a mantenere finalità abilitative, prevede il promuovere competenze adattive, ovvero l’utilizzazione delle abilità per favorire l’adattamento del soggetto all’ambiente un cui vive. In particolare si lavorerà sempre in accordo con la famiglia e la scuola che diventano i contesti in cui possono essere favorite le esperienze di autonomia.
Il lavoro centrato sul bambino prevede come obiettivi il favorire le competenze comunicative e sociali, il favorire la comprensione degli stati emotivi proprie e altrui, il potenziare le capacità di problem-solving e gli apprendimenti scolastici. Ruolo centrale in tale età è quello relativo all’emergenza e potenziamento delle abilità di autonomia.
Con tali soggetti riteniamo opportuno promuovere le attività in piccolo gruppo al fine di favorire i momenti di interazione sociale. Con i ragazzi che presentano buone competenze cognitive il lavoro in piccolo gruppo permetterà anche di offrire occasione di scambio e condivisione di varie tematiche di natura sociale, personale (favorire una migliore identità e comprensione delle proprie peculiarità negli interessi e nei comportamenti relativamente ai coetanei con sviluppo tipico e alle regole sociali) e relativamente a tema della sessualità.
L’assistente sociale ha la funzione di raccordare l’intervento svolto sia in area clinica sia riabilitativa, con il progetto esistenziale complessivo della famiglia e con l’intervento dei Servizi Sociali territoriali.
L’attività del servizio sociale prevede:
MATTINA | POMERIGGIO | |
---|---|---|
LUNEDI' | 9:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
MARTEDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
MERCOLEDI' | 9:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
GIOVEDI' | 9:00 - 13:00 | 14:00 - 17:00 |
VENERDI' | 8:00 - 13:00 | 14:00 - 16:00 |
Il Centro di riabilitazione a ciclo ambulatoriale di recupero e riabilitazione funzionale per l’età evolutiva dedicato ai disturbi della comunicazione ha sede a Barile, in Via Monte Leonese 95/17, 51100 Pistoia PT.
Il Centro offre un parcheggio antistante e l’entrata è autonoma. Garantisce l’accesso e la completa fruibilità degli spazi da parte di tutti i possibili utenti con disabilità.
Telefono: 0573 991123 – fax: 0573 910077
E-mail: barile@fondazionemaic.it
Referente del servizio: Dott.ssa Michela Panizzon
Tel. 0573/991132
Medici e specialisti
Operatori
Le attività svolte presso il centro hanno luogo nei seguenti locali:
La sede dispone di attrezzature adeguate ai bisogni dell’utenza e alle diverse tipologie di attività. Il centro è disponibile un kit per le emergenze comprensivo di defibrillatore semiautomatico dotato di piastre pediatriche.
L’accesso alle prestazioni di riabilitazione della Fondazione MAiC Onlus in convenzione avviene dopo una prima visita effettuata dallo specialista dell’Azienda USL, attivato con richiesta del medico di medicina Generale o del pediatra di Libera Scelta, redatta su ricettario regionale, ed esclusivamente previa autorizzazione dello specialista dell’Azienda USL – Toscana Centro. Ottenuta l’autorizzazione il cittadino può rivolgersi alla segreteria del centro per prenotare la visita di ammissione ai servizi della Fondazione MAiC Onlus.
Per informazioni l’utente può rivolgersi agli uffici competenti dell’Asl di riferimento territoriale o alla segreteria del centro (tel. 0573/991131).
L’accesso alle prestazioni in regime privato avviene tramite prenotazione presso la Segreteria medica del centro.
Il tempo di attesa per l’accesso ai servizi in convenzione è di norma di una settimana dalla comunicazione della autorizzazione da parte dell’Azienda USL – Toscana Centro
Per i servizi riabilitativi svolti in convenzione con l’Azienda USL – Toscana Centro, il servizio sanitario regionale corrisponde alla Fondazione una tariffa stabilita dalla normativa regionale per ciascuna prestazione resa. L’utente deve corrispondere, ove dovuto, la quota ricetta e il ticket sanitario alla Fondazione, che provvederà a trasferire le somme percepite all’Azienda USL – Toscana centro.
Per le prestazioni in regime privato, è disponibile un tariffario presso la segreteria.
Per ciascun inserimento viene compilata una Cartella clinica riabilitativa che contiene le seguenti schede:
È possibile richiedere copia della cartella clinica riabilitativa compilando uno specifico modulo indirizzato al Direttore Sanitario e disponibile presso la segreteria. La copia viene consegnata entro una settimana dalla richiesta.
Vengono dimessi i pazienti che hanno raggiunto un risultato ragionevolmente coerente con l’obiettivo riabilitativo identificato al momento dell’ammissione e, comunque, coloro che hanno raggiunto una buona stabilizzazione tale da permettere il migliore reinserimento familiare, sociale e scolastico. Le dimissioni avvengono previo colloquio con la famiglia dell’utente e possono essere:
La relazione di dimissione richiesta dall’assistito è indirizzata al pediatra di libera scelta o al medico di medicina generale ed è allegata in copia alla cartella clinica riabilitativa
Il Centro svolge attività di riabilitazione ambulatoriale, domiciliare e extramurale (colloqui con operatori scolastici, osservazione degli utenti in ambiente scolastico) in regime di accreditamento con la Regione Toscana e convenzione con il Servizio Sanitario Regionale. Il servizio ambulatoriale viene effettuato attraverso un programma di accesso giornaliero al Centro, con frequenza settimanale variabile secondo il piano terapeutico predisposto. La durata della seduta è di un’ora. Il trattamento domiciliare è riservato a soggetti affetti da patologie anche complicate da problemi internistici che rendono impossibile l’accesso alla struttura (riabilitazione neuromotoria). Il servizio di riabilitazione si rivolge a pazienti in età evolutiva nella fascia d’età 0-18 anni con disabilità transitorie o permanenti nell’area motoria, cognitiva e neuropsicologica:
Per i pazienti affetti da disturbo della comunicazione e dello spettro autistico il percorso terapeutico-riabilitativo avviene da parte di un servizio specifico dedicato (cfr., sul punto, Parte II, par.2)).
Considerata la presa in carico multidisciplinare, il lavoro è svolto in équipe secondo un progetto individualizzato che contiene le modalità, la frequenza e la durata del trattamento.
La presa in carico nel settore neuropsichiatrico avviene tramite prima visita specialistica con successivo eventuale approfondimento diagnostico e valutazioni funzionali nei diversi ambiti riabilitativi per l’impostazione del progetto riabilitativo altamente individualizzato.
Viene quindi proposto un percorso riabilitativo che consta di trattamenti ed eventualmente di prestazioni collaterali quali la consulenza alla scuola, il sostegno psico-educativo alla famiglia o un vero e proprio lavoro di rete con le altre strutture del territorio.
Il neuropsichiatra attraverso colloqui con la famiglia e/o la scuola provvede a monitorare ed aggiornare i genitori sul progetto riabilitativo del bambino.
Gli utenti possono richiedere una prima valutazione specialistica privata da parte del neuropsichiatra infantile del Centro, prima di avviare le procedura di richiesta di autorizzazione del piano di trattamento da parte dell’Azienda sanitaria.
L’équipe multidisciplinare gestisce il progetto riabilitativo nella sua totalità e si occupa anche dei rapporti con la scuola e con i servizi socio-sanitari pubblici nell’ottica di una presa in carico globale.
Nel percorso riabilitativo sono previsti momenti di verifica e di puntualizzazione di varia natura per il monitoraggio dell’evoluzione e delle modificazioni delle disabilità del singolo paziente per ogni programma terapeutico. Il percorso riabilitativo di ogni paziente viene costantemente monitorato dall’équipe che apporta di volta in volta le opportune modifiche al programma d’intervento. Il progetto riabilitativo avviene sempre in accordo con i referenti del caso presso la Azienda USL di appartenenza.
Pertanto, se ritenuto opportuno per il percorso abilitativo-riabilitativo dell’utente ed in accordo con il medico referente della Azienda sanitaria di provenienza, il piano di trattamento viene rinnovato (proroga).
La valutazione psicologica iniziale consta di un approfondimento sia in ambito psicodiagnostico che neuropsicologico.
La valutazione neuropsicologica prevede l'esecuzione di test di livello per tracciare il profilo cognitivo definendo la qualità e l'efficacia delle funzioni cognitive del soggetto esaminato quali: l'attenzione, la memoria, le funzioni esecutive, l'orientamento spazio-temporale, la categorizzazione, il ragionamento logico-astratto.
L’intervento specifico psicologico si configura come sostegno ed è rivolto ai bambini e/o alle famiglie (counseling) in relazione alle diverse situazioni, con l’intento di orientare i genitori ad assumere atteggiamenti rassicuranti e validi sul piano educativo.
Patologie a cui sono rivolti i colloqui di sostegno psicologico:
Lo psicologo inoltre si occupa di interventi riabilitativi in ambito neuropsicologico con interventi specifici su quelle funzioni coinvolte nei processi di pensiero linguaggio ed apprendimento quali l’attenzione, la percezione, la memoria.
Il servizio di terapia familiare accoglie famiglie e coppie che presentano dinamiche disfunzionali rispetto ai bisogni dei figli.
La terapia familiare si configura come un intervento che prevede la partecipazione di tutta la famiglia, teso a comprendere il significato relazionale del sintomo che il bambino porta (disturbi alimentari, comportamentali, sintomi ansiosi ecc.) oltre che a trovare, insieme ai genitori, nuove modalità di funzionamento più consone ai bisogni del figlio. L’intervento si basa sul presupposto che la famiglia rappresenti, soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza, la risorsa per eccellenza rispetto alla crescita e l’accudimento dei figli.
L’intervento sulla coppia è finalizzato al sostegno, durante le varie fasi del ciclo vitale, della crisi di coppia posta di fronte alla necessità di ricontrattare il patto coniugale, quale la nascita di un figlio o l’adolescenza dei figli. Nell’ambito dell’intervento sulla coppia la richiesta può anche essere quella di mediazione familiare: un intervento rivolto alle coppie separate, che si pone l’obiettivo di sostenere i genitori a trovare accordi nel rispetto delle esigenze dei figli.
Tutti gli interventi sopra detti prevedono una prima fase diagnostica, attraverso anche l’utilizzo di tecniche di osservazione delle interazioni genitori-figli; al termine di questa prima fase vengono discussi con la famiglia o la coppia gli aspetti di limite e risorsa sui quali può iniziare l’intervento terapeutico. Le sedute hanno una cadenza quindicinale e prevedono la presenza di due psicoterapeuti oltre che l’utilizzo dello specchio unidirezionale e della video registrazione delle sedute.
Infine è prevista la presenza mensile di un docente dell’Istituto di Terapia Familiare di Firenze, in qualità di supervisore.
È un intervento personalizzato di abilitazione o riabilitazione comprensivo di quelle pratiche terapeutiche volte al miglioramento delle competenze posturo-motorie e della loro integrazione nel comportamento spontaneo della persona, al fine di migliorarne il livello di autonomia e di funzionamento adattivo, con i seguenti obiettivi:
Ciascun intervento avviene secondo le seguenti modalità operative:
La psicomotricità come approccio globale ha lo scopo di favorire nel bambino la conoscenza di sé, degli altri e dell’ambiente attraverso attività di gioco, scambi interattivi ed esercizi terapeutici.
Gli interventi terapeutici sono messi in atto utilizzando tecniche specifiche per fasce d’età e singoli stadi di sviluppo, con lo scopo di far emergere e maturare singole competenze e costruire una rete di funzioni.
Il lavoro riabilitativo è finalizzato a favorire l’evoluzione globale del bambino facilitando e stimolando l’organizzazione della relazione, del movimento e del pensiero, favorendo l’utilizzo di strategie di compenso della disabilità, ma anche l’integrazione tra le diverse competenze.
La riabilitazione logopedica è volta all’educazione e rieducazione di tutte le patologie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e scritto.
Si curano in particolare modo i disturbi del linguaggio dovuti a difetti o anomalie di pronuncia, i difetti o anomalie della strutturazione simbolica verbale dovuti a difetti delle funzioni corticali superiori, i difetti o anomalie del linguaggio o di apprendimento dovuti a deficit uditivi e visivi. L'intervento è individuale o in piccolo gruppo (2 soggetti).
I quadri clinici per i quali è previsto l’intervento logopedico sono i seguenti:
L’intervento logopedico si sviluppa secondo le seguenti modalità operative.
Nel corso della “valutazione” si analizza e valuta:
Il trattamento logopedico si avvale di materiale strutturato, oggettuale e iconografìco; si utilizzano anche strumenti informatici per migliorare l'attenzione e la sintesi visivo-uditiva, il linguaggio verbale e non verbale, gli apprendimenti linguistici e la comunicazione scritta.
Con i bambini che frequentano la scuola dell’obbligo i logopedisti articolano il loro intervento nell’ambito scolastico con quello specifico attuato dagli insegnanti, in particolare quelli di sostegno. Il settore di logopedia si occupa inoltre dell’impostazione di sistemi di comunicazione aumentativa-alternativa per tutti i bambini nei quali la comunicazione verbale risulti gravemente compromessa o assente.
L’assistente sociale ha la funzione di raccordare l’intervento svolto sia in area clinica sia riabilitativa, con il progetto esistenziale complessivo della famiglia e con l’intervento dei Servizi Sociali territoriali.
L’attività del servizio sociale prevede: